sabato 18 febbraio 2017

Manutenzione di una penna stilografica

Una penna stilografica, necessita di regolare manutenzione. 


In genere, per mantenere una stilografica in perfetto stato di funzionamento, occorre effettuare periodicamente (ogni 4-5 ricariche) dei lavaggi. Questi lavaggi possono consistere semplicemente nel caricare e scaricare ripetutamente dell'acqua o, qualora sia necessario un lavaggio più approfondito, nel lasciare in ammollo per una notte il gruppo scrittura. 

Se dovete lavare una penna a cartucce/converter, montate il converter, caricate e scaricate acqua più volte fino a quando non uscirà solo acqua pulita. Questo è un lavaggio superficiale, va bene per la manutenzione ordinaria e per il cambio di inchiostro, ma se avete l'alimentatore intasato dovete lasciate la penna in ammollo per una notte, per far si che l'acqua sciolga tutti i residui.

Per la manutenzione di una penna a stantuffo dovete seguire gli stessi procedimenti per la pulizia di una penna a cartucce, ma qui si aggiunge un' altra parte della penna da manutenere: il meccanismo di ricarica.
Col tempo, il pistone scorrerà meno agevolmete, sarà quindi il momento di lubrificarlo applicando del grasso siliconico sulle pareti del serbatoio, inserendolo tramite uno stuzzicadenti attraverso il foro della sezione in cui si trovano pennino e alimentatore (che vanno prima smontati, ovviamente). Dopo aver inserito il grasso, azionate il pistone in modo che lo distribuisca sulle pareti del serbatoio. Se il pistone non scorre ancora bene come quando uscito dalla fabbrica, sarà necessario smontare il pistone e lubrificare ogni sua parte.
Se vi trovate alle prese con un pistone completamente bloccato, mettete la penna in ammolo per qualche giorno, se la situazione migliora, procedete con la lubrificazione.

giovedì 16 febbraio 2017

5 buoni motivi per utilizzare una penna stilografica

Molti credono che la stilografica sia un oggetto superato, estinto o un oggetto per facoltosi, ma non è così.


C'è ancora un certo numero di persone che utilizza la penna stilografica per una serie di motivi, pratici e "sentimentali".


  1. Passione. Molti utilizzatori sono appassionati. Il mondo della penna stilografica è così vasto e bello da suscitare una vera e propria passione, iniziando anche una collezione.
  2. Fascino ed eleganza. Quando si parla dei motivi per utilizzare una penna stilografica - generalmente - questo non compare, ma lo aggiungo io. La penna stilografica è un oggetto dal fascino intrinseco e di innata eleganza. Guardare il volto di chi vi vede quando "sfoderate" la vostra stilografica invece che la solita penna a sfera, non ha prezzo. La penna stilografica vi darà sicuramente un tocco di eleganza, influenzando positivamente la vostra immagine.
  3. Comodità nella scrittura. Contrariamente a una penna a sfera, la stilografica non và tenuta in posizione verticale come una biro, anzi, và tenuta più inclinata, l'unico limite è rappresentato dalla punta che deve ovviamente toccare il foglio. Io ad esempio, tengo la penna appoggiata nello spazio tra indice e pollice, con un' angolazione di circa 30°. Quando si scrive tanto, il braccio si stanca e possiamo avere crampi alla mano. Questo accade quando si preme la penna contro il foglio. Una penna stilografica, a differenza di una penna a sfera, non necessita di pressione per scrivere: bisogna solo guidare la penna nel formare le lettere, basta che il pennino tocchi il foglio per scrivere. Questo permette all'utilizzatore di stancarsi meno, a parità di pagine scritte, rispetto a biro. Un pennino scorrevole permette anche una velocità di scrittura superiore a quella di una biro.
  4. Personalità. Il tratto di una penna stilografica è molto diverso da quello di una penna a sfera. La varietà di punte prodotte permette di ottenere tratti differenti che donano personalità allo scritto. Possiamo inoltre scegliere il colore dell'inchiostro, e ce ne sono tantissimi in commercio nelle tonalità più disparate! Io ad esempio, scrivo maggiormente con un inchiostro blu particolare che ricorda il velluto blu, con un marrone che ricorda il cioccolato, con un arancione che sfuma dal giallino al rosso mattone, e a volte con un turchese e un rosso brillante piuttosto acceso!
  5. Il priacere di scrivere. La sensazione di scrittura con una stilografica è molpto piacevole, nettamente diversa da quella trasmessa da una penna a sfera. Un bel pennino morbido e scorrevole rende la scrittura molto confortevole e appagante.
Se utilizzate una stilografica con un caricamento diverso da quello a cartucce, si aggiunge un altro motivo: quello ecologico. Una penna stilografica, quando esaurisce la carica non và gettata nella spazzatura, ma si ricarica, accompagnandovi per molti anni (tantissime stilografiche sono sopravvissute ai loro possessori). Se ricaricate dal calamaio, l'unico rifiuto che produrrete è appunto il calamaio, generalmente in vetro. Io vi consiglio di non gettare i calamai ma di conservarli per utilizzarli qualora abbiate bisogno di travasare qualche inchiostro da altre boccette scomode o troppo grandi. In linea di massima, possiamo dire che la scrittura con la stilografica ha un minor impatto ambientale.

martedì 14 febbraio 2017

Caricamento a contagocce

È il più antico sistema di caricamento per una penna stilografica, affonda le sue radici nella fine del XIX secolo; oggi è ancora utilizzato anche se in misura molto ridotta.

Il caricamento a caduta è stato il primo sistema di caricamento, è in effetti il più semplice. Non prevede nessun meccanismo: il fusto della penna è completamente vuoto. 
La ricarica avviene smontando il fusto e inserendo manualmente l'inchiosto nel fusto, solitamente con un contagocce: per questo motivo è più noto come caricamento a contagocce (eyedropper filler).
È il caricamento che consente la maggior capacità del serbatoio in assoluto dovuto al fatto che non essendo presente alcun meccanismo, tutto il fusto può essere utilizzato totalmente come serbatoio.
Massima semplicità costruttiva, era utilizzatissimo sulle penne di fine '800 - inizio '900.

Gli svantaggi di questo sistema risiedono nelle perdite: all'epoca non era facile creare un sistema esente da perdite dovute sopratutto alla quantità d'inchiostro in gioco, ma di questo ne parleremo in un altro aricolo. 

Arrivederci!

Come ricaricare una penna stilografica - Siringa rovesciata

La siringa rovesciata (vacuum filler) è uno dei sistemi più interessanti in assoluto: è il sistema di caricamento integrato che permette maggior capacità del serbatoio, ha un funzionamento piuttosto curioso.
Scopriamolo insieme.




Il sistema di caricamento a siringa rovesciata, come molti altri, funziona creando un vuoto nel serbatoio della penna permettendo di aspirare l'inchiostro dal pennino; la stranezza di questo sistema è proprio il modo di creare il vuoto.

Ma procediamo con ordine: innanzitutto questo sistema è composto da un pistone direttamente collegato al fondello tramite un'asticella. Nella parte inferiore, il diametro del serbatoio aumenta leggermente in modo che il pistone non aderisca alle pareti. 
Guardandolo, sebra proprio di aver a che fare con una siringa vera a propria: per muovere il pistone bisogna tirare o spingere il fondello (dopo averlo svitato). 

La ricarica avviene in questo modo:
prima svitiamo il fondello, lo tiriamo, poi immergiamo il pennino nell'inchiostro, poi spingiamo il fondello nella penna.
La particolarità del sistema di caricamento è proprio qui: l'inchiostro non viene aspirato quando tiriamo il fondello ma quando, spingendolo, lo rimettiamo al suo posto: il vuoto viene creato mentre il pistone è spinto verso il basso e, raggiunto il punto in cui le pareti del serbatoio si allargano, l'inchiostro viene risucchiato all'interno.


In una normale siringa spingendo il pistone faremmo uscire il liquido, mentre qui aspiriamo l'inchiostro con un movimento contrario: geniale!

Il meccanismo è composto dall'asticella che unisce la testa del pistone e il fondello; l'ingombro è minimo quindi si può fruttare tutto il fusto ottenendo una capacità elevata.

Il fondello ha anche una funzione di sicurezza: non permette il ricambio d'aria e in questo modo non fa uscire l'inchiostro dal serbatoio, quindi per scrivere deve essere svitato. Se non lo svitiamo, potremmo comunque scrivere ma utilizzeremo solo l'inchiostro presente nell'alimentatore e quindi avremo un'autonomia piuttosto limitata.

Per scaricare la penna, ripetete i movimenti per la ricarica tenendo il pennino fuori dall'inchiostro.


Buona scrittura!


mercoledì 8 febbraio 2017

Breve introduzione alla ricarica di una penna stilografica

Una penna stilografica è un oggetto nato nella fine del diciannovesimo secolo, quando la filosofia dell'usa e getta era qualcosa di impensabile.
Per utilizzare una penna stilografica, bisogna riscoprire alcuni gesti ormai dimenticati che rendono ancora più bello e caratteristico quest'oggetto dall'innata eleganza.
Mi riferisco alla ricarica della penna.

Una penna stilografica va ricaricata con l'apposito inchiostro contenuto in una boccetta o in una cartuccia.
Nel tempo innumerevoli sistemi di caricamento hanno rivoluzionato il mondo della penna stilografica, passando dal primitivo sistema a caduta alla più moderna cartuccia.

Distinguiamo principalmente due tipi di sistemi di caricamento: i sistemi di caricamento integrati e i sistemi di caricamento non integrati.
I sistemi di caricamento integrati sono quei sistemi in cui il fusto racchiude al suo interno il meccanismo per la ricarica, i sistemi non integrati sono quei sistemi in cui il meccanismo di ricarica non fa parte del fusto della penna.


In questo blog vi illustrerò i principali sistemi di caricamento, uno alla volta, cominciando dalla più comune cartuccia, in un percorso pensato per chi per la prima volta si accinge all'uso di questo strumento di scrittura.

Principali sistemi di caricamento attualmente in uso:

  • Cartuccia
  • Converter
  • Stantuffo
  • Siringa rovesciata

Sistemi meno frequenti:
  • Aerometric
  • Contagocce (detto anche "a caduta")
  • Siringa
  • Levetta
  • Pulsante di fondo
  • Touch down


Come ricaricare una penna stilografica - Converter

Un converter è sostanzialmente una cartuccia ricaricabile; si tratta di un componente secondario che va montato sulle penne a cartuccia. Esso deriva dall'unione di una cartuccia e di un sistema di caricamento (stantuffo, siringa, aerometric ecc.).

La maggior parte dei converter utilizza un sistema a stantuffo. 


In linea di massima, per ricaricare un converter, innanzitutto bisogna montarlo allo stesso modo di una cartuccia. A questo punto azionate il meccanismo, immergete il pennino nell'inchiosto e riazionate il meccanismo per aspirare l'inchiostro.

Vediamo nel dettaglio la procedura di ricarica per i tipi di converter più comuni.


Converter a stantuffo




Dopo averlo montato, va azionato allo stesso modo di un caricamento a stantuffo: ruotate la manopola per far muovere il pistone, immergete il pennino nell'inchiostro e ruotate nuovamente la manopola (nel verso opposto questa volta) per ritrarre il pistone e aspirare l'inchiostro.

Converter a siringa

Si tratta praticamente di una siringa in miniatura. Dopo averlo montato, premete l'asta del pistone, immergete il pennino e ritraete il pistone per aspirare l'inchiostro.

Converter a slitta


È praticamente un converter a siringa in cui l'asticella del pistone scorre in una guida, dandole protezione da eventuali pressioni che possono danneggiarla, quindi si usa come un converter a siringa.

Converter aerometric


Il converter aerometric è composto da un cilindro metallico contenente un sacchetto in gomma. Il cilindro metallico ha un'apertura dal quale è visibile il sacchetto e una barra metallica. Premendo con un dito sulla barra metallica si comprime il saccetto per far fuoriuscire l'aria, mantenendo premuto il sacchetto, si immerge il pennino nell'inchiostro, poi si lascia la pressione. La dilatazione del saccetto aspirerà l'inchiostro.



martedì 7 febbraio 2017

Come ricaricare una penna stilografica - Stantuffo

Il sitema di caricamento a stantuffo è ancora molto usato nelle penne stilografiche. Meno pratico del caricamento a cartuccia, ha una folta schiera di sostenitori tra gli appassionati.


Vediamo insieme come si ricarica una penna stilografica a stantuffo.


Il caricamento a stantuffo (piston filler) è costituito da un pistone racchiuso nel fusto.
Per ricaricare la penna bisogna azionare il pistone affinché occupi tutto lo spazio nel serbatoio e poi ritrarlo per creare il vuoto e aspirare l'inchiostro (come una siringa, per intenderci).
La ricarica di una penna a stantuffo avviene quindi aspirando l'inchiostro da un calamaio.

Vediamo nel dettaglio qual è il procedimento per la ricarica di una penna a stantuffo.

Aprite la penna, ruotate il fondello in senso orario per azionare il pistone e continuate fino al momento in cui il pistone raggiunga il fine corsa (se la penna ha una finestrella d'ispezione, dovreste vederlo).
A questo punto, immergete il pennino nell'inchiostro e azionate il pistone nel verso opposto: facendo tornare il pistone in posizione di riposo, creerete un vuoto e aspirerete l'inchiostro. Adesso potete far emergere il pennino dall'inchiosto, pulirlo, se volete. Adesso potete cominciare a scrivere: dopo la ricarica, la penna è subito pronta all'uso.

Per scaricare la penna, basta ruotare il fondello in senso orario e il pistone spingerà l'inchiostro fuori dalla penna. 
Per avere una ricarica completa del serbatoio, vi consiglio di caricare e scaricare la penna più volte. 
Dopo aver caricato la penna, è consiglisbile far uscire tre gocce d'inchiostro.


La maggior parte dei sistemi a stantuffo è azionabile ruotando il fondello; in alcuni sitemi il fondello non fa parte del sistema di caricamento ma ha solo una funzione protettiva: la manopola per l'azionamento dello stantuffo si tova all'interno e per accedervi bisogna togliere il fondello (svitandolo).


Buona scrittura!




Come è fatta una penna stilografica

Come è fatta una penna stilografica? 

In questo articolo vi illustrerò le varie parti che compongono una penna stilografica e la loro funzione.


Una penna stilografica può essere divisa essenzialmente in tre parti: cappuccio, corpo e gruppo scrittura.


Il cappuccio (meglio noto come tappo) ha la funzione di proteggere il pennino ed evitare l'evaporazione dell'inchiostro. Di solito è la parte più decorata di una penna e quella più caratteristica dal punto di vista estetico. Quasi sempre ha un fermaglio (noto anche come clip) che consente bloccare la penna in un taschino tenendola in posizione verticale. Alla base può avere una o più verette (anellini metallici) che, oltre a decorare la penna, hanno anche la funzione di rinforzare la parte inferiore del cappuccio.
Ci sono principalmente due tipi di chiusura del cappuccio:
- chiusura a scatto: classicissimo sistema in cui la chiusura avviene inserendo il cappuccio ed esercitando pressione fino a che sentiamo lo scatto. Per aprire la penna, basta tirare il cappuccio.
- chiusura a vite: per aprire e chiudere la penna bisogna svitare il cappuccio. E' il sistema preferito dagli appassionati, molto frequente sulle penne di pregio.


Il corpo è di solito la parte più grande della penna; contiene il serbatoio e il sistema di caricamento. Può essere diviso a sua volta in due parti:
- il fusto: è il corpo vero e proprio della penna e contiene il serbatoio e il sistema di caricamento. Può avere una finestra d'ispezione: una piccola parte trasparente, utile per conoscere la quantità di inchiostro ancora presente nel serbatoio.
- il fondello: è la parte terminale del corpo, serve per azionare o proteggere il sistema di caricamento. A volte ha solo funzione estetica.


Il gruppo scrittura è l'anima della penna: è composto dalla sezione (impugnatura), l'alimentatore, il pennino. La sezione tiene insieme tutto il gruppo scrittura e costituisce l'impugnatura della penna. L'alimentatore è il componente che, nella parte visibile, vediamo sotto al pennino. Serve per condurre l'inchiostro dal serbatoio al pennino. Il pennino è la parte più importante (e delicata) insieme all'alimentatore. Serve a depositare l'inchiostro sulla carta.

Come ricaricare una penna stilografica - Cartucce


Il caricamento a cartucce (cartridge filler) è il sistema di ricarica più utilizzato sulle penne stilografiche attuali. Chi si avvicina per la prima volta a una penna stilografica nutre una serie di dubbi e perplessità, tra cui la tipica domanda: "Come si carica?".





  Ricaricare una penna a cartucce è molto semplice e pratico.
Innanzitutto bisogna aprire la penna e svitare il fusto (il corpo della penna). 

Dopo aver svitato il fusto e averlo riposto da qualche parte (fate attenzione: potrebbe rotolare e cadere!) ci ritroveremo in mano esclusivamente il gruppo scrittura (l'insieme di impugnatura e pennino). Sul retro del gruppo scrittura (la parte opposta al pennino), troveremo una cavità: quello è l'alloggiamento per la cartuccia. Individuato l'alloggiamento, inserite la cartuccia esercitando una certa pressione fino a che non sentite uno scatto: a questo punto la cartuccia è stata forata e l'inchiostro comincia a fluire nella penna. A questo punto potete rimontare il fusto.
Tenete la penna con il pennino verso il basso per una decina di secondi per dare il tempo all'inchiostro di raggiungere il pennino, poi potete cominciare a scrivere.
Se state inserendo una cartuccia nuova dopo averne esaurita una, non è necessario aspettare qualche secondo: la penna sarà pronta per scrivere quasi subito.


Gran parte delle penne stilografiche a cartuccia può equipaggiare un converter.

Buona scrittura!